mercoledì 23 dicembre 2015

Bilancio di fine anno
(...e auguri connessi)


Mi piacerebbe pensare che alla fine di questo 2015 il bilancio sia positivo. In effetti lo è, non lo posso negare. L'interesse che cresce intorno al lavoro mio e di Teatro d'Appartamento mi fa ben sperare e mi appaga. Sono centinaia le persone che hanno assistito ai miei spettacoli tra l'Italia e la Spagna. Parecchie centinaia gli studenti di scuole siciliane e a Barcellona che hanno goduto de "Le Metamorfosi", il mio ultimo spettacolo. In questi giorni festeggio i tre anni di Teatro d'Appartamento in Spagna e molti, molti di più in Italia. La filosofia del teatro di prossimità di cui sono stato pioniere in questi anni attecchisce e affascina. A febbraio si presenta a Barcellona il film "Ascaris" di cui sono protagonista e si prospettano nuove sfide.
Eppure un retrogusto amaro mi infastidisce, sento che qualcosa non quadra. In questi giorni sono a Palermo. Palermo è sporca, con servizi inefficienti, arrabbiata, con Istituzioni che brancolano nel buio nonostante alcuni rigurgiti di buona volontà; Tony Colombo potrebbe essere il cantante simbolo di fine anno e rappresentare la cultura cittadina con un concerto a Capodanno; non si vedono intorno a noi alte figure morali che nella politica, nel giornalismo, nel teatro, nella cultura in genere ravvivino le aspettative. Il grande teatro è nascosto e il teatro grande è nano (anche qui con alcune eccezioni). Una città morta. Ho un'età in cui non riesco ad immaginare che Palermo sappia sorprendermi con un rigurgito di vitalità. Anche se cominciasse oggi e si incamminasse in un virtuoso cammino rivitalizzante, io non potrei goderne i frutti. Ecco perché sento quel retrogusto amaro: Palermo mi ha sconfitto! Non mi fa poi così male, c'era da immaginarselo. Mi indispone che Palermo metta in evidenza il passare inesorabile dei suoi e dei miei anni. Mi guardo allo specchio e vedo le nostre rughe. No, non fa così male. Come disse la Magnani, lasciatemi le mie rughe, c'è voluta tutta una vita per averle. E così l'anno finisce con il rogo in cui brucia il vecchio e con la nascita del bambino. Sono entrambi dentro di me e dentro Palermo. Un augurio e un brindisi per entrambi.


Sandro Dieli

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