Camminare per essere umani
Ho letto una bella citazione di Alberto Sordi e vorrei condividerla con voi.
Una volta anche solo il fatto di andare a piedi, di salutarsi, di sentirsi parte di una società, aiutava a essere più umani.
Ho terminato il Cammino di Santiago da una settimana e ancora mi sento sospeso in una bolla felice. Vivo le giornate nella speranza che nessuno, me compreso, faccia scoppiare quella bolla facendomi precipitare nella realtà quotidiana. Mi aggrappo ai ricordi, mi concentro sulla memoria dell'esperienza vissuta e cerco di resistere.
Faccio bene? Temo di no e vi spiego il perché.
Più ci penso e più mi rendo conto che il Cammino di Santiago ti offre un grande insegnamento: il camminare è un modo per essere più umani e tale umanità non può essere circoscritta nel piccolo ambito dell'esperienza vissuta. Durante le lunghe camminate verso Santiago, ci si sente di appartenere alla Terra, di essere figli di uno stesso universo fatto di pulviscolo raggrumato in oggetti e esseri viventi. Ci si sente felici. Il compito di chi cammina è, però, quello di portare sempre con sé l'umanità riscoperta, la propria felicità contagiosa. Il quotidiano ci assale? E noi resistiamo.
Belle parole, non è vero? Mi aggrappo ai ricordi, mi concentro sulla memoria dell'esperienza vissuta e cerco di resistere. Speriamo.
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