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giovedì 8 giugno 2017

OVIDIO LE METAMORFOSI TEATRO URBANO


TEATRO URBANO A BARCELLONA


 Il teatro esce dai suoi luoghi deputati e conquista le città mescolandosi e trasformandosi. Ecco Le Metamorfosi, liberamente tratto da Ovidio.

giovedì 9 marzo 2017

Il teatro e la sindrome di Stoccolma

Il teatro e la sindrome di Stoccolma

Nel rapporto tra attore e regista nel corso delle prove di uno spettacolo, si assiste ad esasperazioni relazionali che a volte rischiano di sfuggire di mano. E' necessaria una grande cura del rapporto e della sua evoluzione perché questi si mantengano sempre a livelli accettabili. E' necessario un grande equilibrio. Pur nella necessità di spingere l'elaborazione del personaggio al livello più alto possibile, va sempre ricercata una relazione in cui l'attore si senta libero di trovare dentro di sé le risorse emotive necessarie allo scopo. Ci sono registi che si curano della libertà dell'attore e altri che non lo fanno. Ci sono registi che fanno prevalere la propria esigenza espressiva a quella degli attori. Si sarà capito che io propendo per un rapporto equilibrato di libertà reciproche dove tutti danno e nessuno debba chiedere. Purtroppo non sempre è così e molti registi non disdegnano la possibilità di trasformarsi in guru piuttosto che in maestri che insegnino a fare a meno di loro. Tutto ciò è possibile perché esistono attori che lo permettono e che sono felici di sottomettersi. Legittimamente. Per me rappresentano un mondo che non amo popolato di vittime e carnefici, ma nessuno potrà vietare loro di vivere in una perenne sindrome di Stoccolma. Almeno fino a quando ci sarà pubblico che vorrà vedere i loro spettacoli in un armonioso e straordinario circolo vizioso di sofferenze. 

mercoledì 8 marzo 2017

Cosa imparare dalla memoria teatrale?

Cosa imparare dalla memoria teatrale?

Da un po' di tempo mi domando con insistenza come sia possibile che io riesca a ricordare tutti i copioni dei miei spettacoli pieni di nomi e di connessioni e che dimentichi con la stessa leggerezza cose della vita quotidiana estremamente utili e importanti. A volte mi rispondo che la presunta utilità degli accadimenti quotidiani è più una nostra costruzione mentale che una verità acclarata. Altre volte mi dico che probabilmente è l'età a far strage fra le sinapsi. Fatto sta che la mia memoria sembra essersi fatta molto selettiva, ricordando e dimenticando secondo un suo schema particolare a me ignoto. Proprio per cercare di fare chiarezza mi dico e dico a chi avesse la bontà di leggere, che la memoria teatrale è una memoria complessa fatta di voce, suono, corpo e emozione e che basta che uno di questi elementi manchi o venga semplicemente variato per far crollare l'intera impalcatura. Un esempio tipico è il momento delle prove di uno spettacolo in cui ci si alza dal tavolo in cui si è letto e memorizzato il testo per cominciare ad aggiungere i movimenti. Tutto ciò che avevamo imparato salta, i riferimenti mnemonici non esistono più. Semplicemente dimentichiamo. Sembra quasi che si debba ricominciare tutto daccapo. Eppure, appena quel testo si incolla al gesto, ecco riapparire la memoria indissolubilmente fusa al corpo e alle emozioni. 
Quale morale possiamo ricavare da questo esempio? Che la memoria ti avverte di ciò che è importante nella vita trattenendo ciò che merita di essere trattenuto. Ma ci dice anche che nulla può essere conservato se non in fusione totale con il corpo, l'emozione, la passione e i luoghi. 
Sarebbe bello se tutti ci trasformassimo in veri e propri "Atleti del cuore".

mercoledì 28 dicembre 2016

Civico numero 27, di Sandro Dieli


CIVICO NUMERO 27 
il mio nuovo romanzo parla di Palermo?

Da pochi giorni è uscito il mio nuovo romanzo dal titolo Civico numero 27, Glifo Edizioni.
All'incontro che si è tenuto nell'ambito della manifestazione Jingle Books 2016, mi è stato chiesto quanta sicilianità e "palermitudine" ci fosse nel libro, dando per scontato che uno scrittore di questa città rimanga fatalmente dentro i canoni espressivi che la caratterizzano. Consapevole di ciò, sapendo cioè quanto sia forte la capacità di presa degli stereotipi su Palermo, ho deciso che la città non sarebbe apparsa esplicitamente. Avevo un'altra urgenza, quella di tirare fuori i personaggi dal loro contesto per accompagnarli verso una realtà in cui apparisse la loro umanità universale, la tenaglia che li stringe, l'entropia che produciamo con il vivere. Il piccolo condominio di via Crescenzio 27 è un sistema chiuso dove ogni azione risuona nel tutto e dove contemporaneamente tutti sono soli. Palermo è la trama nascosta di un racconto che potrebbe essere ambientato ovunque. Anche a Palermo.
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mercoledì 31 agosto 2016

Camminare per essere umani

Ho letto una bella citazione di Alberto Sordi e vorrei condividerla con voi.

Una volta anche solo il fatto di andare a piedi, di salutarsi, di sentirsi parte di una società, aiutava a essere più umani.

Ho terminato il Cammino di Santiago da una settimana e ancora mi sento sospeso in una bolla felice. Vivo le giornate nella speranza che nessuno, me compreso, faccia scoppiare quella bolla facendomi precipitare nella realtà quotidiana. Mi aggrappo ai ricordi, mi concentro sulla memoria dell'esperienza vissuta e cerco di resistere. 
Faccio bene? Temo di no e vi spiego il perché.
Più ci penso e più mi rendo conto che il Cammino di Santiago ti offre un grande insegnamento: il camminare è un modo per essere più umani e tale umanità non può essere circoscritta nel piccolo ambito dell'esperienza vissuta. Durante le lunghe camminate verso Santiago, ci si sente di appartenere alla Terra, di essere figli di uno stesso universo fatto di pulviscolo raggrumato in oggetti e esseri viventi. Ci si sente felici. Il compito di chi cammina è, però, quello di portare sempre con sé l'umanità riscoperta, la propria felicità contagiosa. Il quotidiano ci assale? E noi resistiamo.
Belle parole, non è vero? Mi aggrappo ai ricordi, mi concentro sulla memoria dell'esperienza vissuta e cerco di resistere. Speriamo.

lunedì 1 agosto 2016


CAMMINARE PER PENSARE E IMMAGINARE.

Che rapporto c'è tra il camminare e la creatività? Difficile argomentare una risposta che possa dare forza alle ragioni dei camminanti senza nulla togliere a chi preferisce attività più sedentarie. Io stesso amo a volte star fermo e poltrire e non per questo smetto di creare e immaginare. Il camminare, però, sembra ricordare agli uomini, di un tempo in cui erano nomadi e in cui le donne cullavano il sonno dei bambini col passo cadenzato dei luoghi trasferimenti. Il camminare è un gesto antico e pieno di fascino. 
Bruce Chatwin, il grande scrittore inglese morto nel 1989, non poteva smettere di camminare e pensava che il nomadismo fosse una condizione naturale dell'uomo. La moglie, che ho avuto modo di intervistare alcuni anni fa (guarda), mi disse che Bruce non riusciva a pensare se non camminava. 
Da un po' di tempo sperimento su di me gli effetti benefici del camminare. Lo faccio per raggiungere luoghi, ma anche per il puro gusto  di farlo, di trasformare continuamente la prospettiva dei panorami che incontro in flusso continuo che mi sembra assomigli alla vita molto più che la statica contemplazione. 
Il poeta Kavafis ci dice che Itaca non è solo una meta, ma soprattutto il motivo del nostro andare, il luogo dove arriveremo carichi di tutti i tesori raccolti lungo il cammino.
Presto affronterò il Cammino di Santiago. Vi racconterò dei tesori che la strada vorrà darmi.

venerdì 29 luglio 2016

L'ITALIA DI OGGI?

Ho letto La Chimera di Sebastiano Vassalli e sono rimasto folgorato dalla scrittura intensa e leggera di questo scrittore morto da un anno, che con questo libro vinse il Premio Strega nel 1990. Non essendo un critico e essendomi io stesso misurato con la scrittura, posso semplicemente raccontare la mia gioia nel vedere una tale maestria delle parole e della struttura narrativa. E' proprio così, i grandi scrittori mi danno gioia perché mi ricordano quanto ingegno risieda nella creatività umana, mi annunciano che il mondo è sorprendente e pieno di poesia. 
La vita della povera "strega" bambina ci dice tragicamente di una società che sa stritolare dentro le sue spire chiunque appaia diverso. Vassalli ci ricorda come questa storia, pur declinata in luoghi e contesti diversi, potrebbe essere una storia di oggi, anzi, ci racconta da quali avvenimenti storici nasce l'Italia di oggi. Noi italiani siamo anche questo, il sangue e le carni bruciate di generazioni ignote che ci hanno preceduto e solo attraverso uno sguardo acuto e coraggioso avremo l'immagine completa di ciò che siamo davvero. 
La storia della strega di Zardino, dicevo, è una grande tragedia raccontata con semplicità geniale e con lo sguardo acuto di chi non fa sconti a nessuno. Questa è l'Italia, questa è la sua storia che l'ha portata sino a noi. Ma questa è anche la genialità di chi si sa parte integrante di quella storia. Noi siamo anche le nostre ombre.

giovedì 21 luglio 2016

Ebook o cartaceo?

Molte volte mi è stato chiesto se preferivo leggere libri tradizionali in carta o se mi ero trasformato in un lettore digitale con Kindle e computer. L'istintiva risposta era, lo confesso, libro cartaceo. Tutta la vita. Eppure adesso ho pubblicato due racconti su Amazon e ho trovato la cosa super eccitante. E' incredibile come si possa con pochi clic offrire la propria opera al mondo intero, sentire crescere la voglia di essere scoperto in Germania, negli Stati Uniti o perfino in Giappone. Con l'editoria digitale si può. Spero che il mio Cat Lady possa rosicchiare lettori di lingua inglese e che il mio Gas di scarico riesca a superare gli annosi problemi di distribuzione fra le librerie italiane. E anche se non dovessi trovare chissà quanti lettori, l'idea di poterlo fare mi eccita da morire. 
Forse la risposta al primo quesito sta proprio nelle mie abitudini conclamate. Sul comodino ho un bel libro odoroso di carta e il mio computer. Compromesso storico.

mercoledì 20 luglio 2016

Il mio racconto su Amazon




Ho il piacere di condividere con voi la pubblicazione del mio racconto "Gas di scarico". Chiunque volesse acquistarlo, regalarlo e condividere la notizia, può cliccare qui
La storia è semplice e si può riassumere così: una famiglia di Palermo e un grande amore che copre la distanza sino a Berlino. Una sorprendente storia di vita e di morte con allo sfondo il capoluogo siciliano.
Aspetto i vostri commenti sulla mia pagina Facebook. Visita il mio sito www.sandrodieli.com.
http://amzn.to/29O4ALO

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