Un pezzo di quel "Kean" lo sento mio
Ieri ho visto "Kean" di Michele Perriera al Teatro Biondo di Palermo. Non scrivo per parlare della messa in scena. A quello penseranno i critici e le discussioni del pubblico. Quello che vorrei narrare è il mio pezzetto di "Kean" che ho sentito ieri scorrere dentro di me. Nel 1987 lo stesso Michele Perriera mise in scena lo spettacolo con Lollo Franco come protagonista e con molti attori provenienti dalla sua scuola. Pur avendo frequentato solo alcuni mesi alla scuola del Teates, Michele decise di darmi la parte di Pistola, il giovane attore della compagnia da cui era partita la sfolgorante carriera di Kean e che egli aveva abbandonato per i palcoscenici dorati della Londra più facoltosa. Pistola ero io e adesso non potrei più esserlo per via degli anni che mi separano da lui. Tutta l'opera di Perriera, scritta in un sontuoso rincorrersi di eleganti battute, parla della memoria e del passato. Ecco allora il senso della mia emozione di ieri. Mi vedevo sul palcoscenico come in un sogno ad occhi aperti, sentivo di appartenere ancora a quei metri quadrati di legno che sono il mondo dell'attore. Eppure erano solo i miei occhi a vedere, il mio corpo sedeva in una delle poltrone della platea. Magicamente le battute ritornavano alla memoria, i visi dei vecchi compagni di scena si fondevano con gli attori di oggi e tutto il gioco teatrale dispensato sul palcoscenico diventava parte di me. Un pezzo di quel Kean sono io e la memoria mi ha accarezzato l'animo.
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